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Area scientifica

Collaborazione scientifica del prof. Marco Toscani e del dott. Pasquale Fino, Cattedra di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, Policlinico Umberto I – Università “Sapienza” di Roma.

Cosa sono le ghiandole sebacee

Le ghiandole sebacee sono ghiandole che hanno la funzione di secernere il sebo, sostanza grassa, acida, con pH 3,5. Esse sono poste lateralmente al follicolo pilifero. Le ghiandole sebacee sono localizzate con una densità di circa 100/cm2 su tutto l’ambito cutaneo. Nel corpo umano sono ubicate su tutta la superficie cutanea, tranne che sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi. Vere ghiandole sebacee si trovano nel meato acustico esterno e nelle palpebre dove si presentano allungate e appiattite. Qui esse  prendono il nome di ghiandole tarsali (di Meibomio).

Dove sono localizzate le ghiandole sebacee

Le ghiandole sebacee non sono distribuite in maniera omogenea su tutta la superficie corporea. Il loro numero è particolarmente elevato (400-900/cm2) nelle regioni anogenitali ed in quelle dette seborroiche (cuoio capelluto, volto, petto e dorso). In altre regioni corporee (come ad esempio nell’avambraccio) sono in numero minore.
In alcuni distretti, come gli angoli ed il bordo delle labbra, l’areola mammaria, il capezzolo, l’ano, le piccole labbra ed il glande (ghiandole di Tisone), le ghiandole sebacee si aprono direttamente sulla superficie cutanea. Le loro dimensioni sono variabili. Esse risultano più grandi a livello del pube, dello scroto e della cute del naso e più piccole invece a livello del cuoio capelluto.

Struttura, utilità e funzionamento delle ghiandole sebacee

Come il letto ungueale e le ghiandole sudoripare, le ghiandole sebacee sono dotate di una fitta rete di capillari. Gli alveoli delle ghiandole sebacee ed i glomeruli delle ghiandole sudoripare sono avvolti da plessi nervosi perialveolari o periglomerulari, costituiti da fibre che perdono la guaina mielinica in prossimità degli adenomeri ghiandolari. Nelle ghiandole sudoripare esistono numerose terminazioni adrenergiche a livello dello strato di cellule mioepiteliali dei glomeruli. Tramite questi elementi, l’impulso nervoso può determinare una rapida emissione del secreto. Le cellule secernenti sono invece raggiunte da fibre colinergiche. Istologicamente possiamo affermare che le ghiandole sebacee sono ghiandole alveolari composte, formate da grappoli di acini, che le conferiscono la caratteristica forma a grappolo. La secrezione sudoripara apocrina è intermittente, mentre la secrezione sudoripara sebacea avviene in modo continuo. Il meccanismo secretivo comporta in primis un progressivo accumulo di sebo all’interno delle cellule secernenti, che aumentano sempre di più di volume e di dimensioni, fino a scoppiare. Proprio per questo motivo all’interno del follicolo pilifero viene riversato, non solo il sebo, ma anche il residuo delle cellule che l’hanno prodotto. Questa necrosi viene poi compensata dalla continua produzione di nuove popolazioni cellulari, originarie da gruppi di cellule indifferenziate che hanno conservato la capacità di dividersi ripetutamente. Una volta formate, le nuove cellule si staccano dalla parete dell’acino ed iniziano a produrre sebo, migrando a ridosso del follicolo, dove si disfano rilasciando il loro contenuto.

La funzione delle ghiandole sebacee

La funzione delle ghiandole sebacee è influenzata da numerosi fattori. La secrezione delle ghiandole sebacee è controllata dagli ormoni steroidi, circolanti o prodotti localmente dal follicolo pilosebaceo a partire dai precursori di origine gonadica e surrenalica (il più attivo è l’androstandiolo).

Perché viene prodotto il sebo

Le ghiandole sebacee producono abbondantemente sebo durante la vita fetale (vernice caseosa del feto). Sono attive nei primi mesi di vita. Passano in una fase di relativa quiescenza fino ai 9-10 anni di età per riattivarsi all’adrenarca. Ritrovano poi piena attività alla pubertà e sono causa di fenomeni di piccola patologia dermatologia, di cui è prototipo il fenomeno dell’acne polimorfa comune giovanile. Quando non si presentano particolari problemi al cuoio capelluto, la produzione di sebo subisce una brusca riduzione nella donna alla menopausa mentre nel maschio diminuisce solo molto lentamente dopo i 60 – 70 anni di età. La secrezione di sebo è influenzata anche da fattori genetici. Spesso la pelle grassa è un problema diffuso tra i membri della stessa famiglia. Il più importante fattore regolatore sulla secrezione di sebo, è la concentrazione degli ormoni androgeni, tipici dell’uomo ma presenti in piccolissime concentrazioni anche nella donna. In particolare, a livello delle ghiandole sebacee, è presente un enzima, chiamato 5-alfa reduttasi, che converte il delta 4-androstenedione in diidrotestosterone, un metabolita in grado di aumentare notevolmente la secrezione sebacea. Il sebo entra nella composizione del film idrolipidico. Questa massa oleosa contribuisce inoltre a donare un odore caratteristico e personale al corpo, tant’è che la sua composizione lipidica differisce leggermente da individuo ad individuo. Le cellule ghiandolari sebacee sono fornite di un ricco corredo enzimatico e contengono glicogeno. Il sebo che fuoriesce e si accumula sulla superficie cutanea risulta così composto: trigliceridi 30-42%, cere 20-25%, acidi grassi liberi 15-25%, squalene 9-12%, idrocarburi ramificati 4-8%, colesterolo esterificato 2-3%, colesterolo libero 1-1,5%, altre sostanze (come monogliceridi, glicerolo etc. ) 3-5%. Il sebo prodotto giunge sulla superficie attraverso gli orifizi delle ghiandole e dei follicoli piliferi e s’insinua tra gli spazi dello strato corneo disgiunto, stratificandosi anche sui peli. Esso si miscela, così, con i lipidi di origine epidermica e con la componente acquosa della traspirazione e del sudore, formando una fine emulsione superficiale, detta film idrolipidico cutaneo. Il sebo ha due funzioni principali. La prima è di contribuire, con il sudore, alla formazione del film idro-lipidico di superficie, una emulsione acqua/olio che protegge la superficie cutanea dalle aggressioni chimiche (detergenti, solventi etc.) e batteriche. La seconda è di lubrificare e impermeabilizzare la superficie esterna del capello via via che questo allunga. Il dotto escretore della ghiandola sebacea si apre nella parte superiore del follicolo in modo da lubrificare il capello prima ancora che questo compaia sulla superficie cutanea. Sul cuoio capelluto, se non intervengono particolari problemi, la produzione totale di sebo è di 650 – 700 mg nelle 24 ore. Il film idrolipidico (emulsione acqua/olio formata dall’unione del sebo con l’acqua del sudore) dopo asportazione con detergente si ricostituisce in un tempo relativamente breve (circa 3 – 6 ore) ma la ghiandola sebacea non sembra poter aumentare la propria attività rispetto ai valori basali per lavaggi frequenti. Il sebo non ha la possibilità di spostarsi in modo autonomo lungo il fusto del capello. Il fatto che i capelli possono rapidamente e nuovamente “ungersi” dopo un lavaggio è dovuto alla riduzione della tensione superficiale fra le “tegole cheratiniche” della cuticola associata al continuo sfregamento fra i capelli. La velocità di migrazione del sebo aumenta se i capelli vengono continuamente toccati con le mani o pettinati. Inoltre, nei soggetti con capelli particolarmente e rapidamente untuosi, il sebo è più fluido e quindi ha più alta capacità di migrazione. Nei soggetti con seborrea, l’abbondanza di sebo provoca inconvenienti estetici dovuti alla facile adesione delle polveri ambientali, dei residui cheratinici, delle sostanze di rifiuto veicolate dal sudore. Il tutto, troppo spesso, accentuato dall’azione dei cosmetici applicati.
Nei Centri CRLAB il percorso di consulenza inizia con la rilevazione di alcuni valori misurabili e confrontabili nel tempo, tra cui il livello di sebo. A seguire vengono proposti i trattamenti più indicati, utilizzando prodotti specifici CRLAB e strumentazione all'avanguardia.
Test Clinici di efficacia sulla Linea Seboregolatrice hanno evidenziato una riduzione o eliminazione dei sintomi soggettivi (prurito e odore sgradevole) collegati alla dermatite seborroica dopo 6 settimane di trattamento.

Trapianto e autotrapianto capelli: FUT e FUE

La cura e la chirurgia della calvizie sono legate al grado di perdita dei capelli, al tipo di situazione locale dell’area donatrice, alle aspettative del paziente. Non esiste quindi una terapia chirurgica che possa essere valida per tutte le situazioni.
Due sono le tecniche più all’avanguardia oggi a nostra disposizione: la F.U.T. e la F.U.E.
L’autotrapianto F.U.T. (Follicular Unit Transplantation) si avvale del prelievo di una striscia di cuoio capelluto asportata dalla regione occipitale, area donatrice ideale perché non soggetta alle influenze ormonali che favoriscono la caduta dei capelli.

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PRPHT: ultima frontiera contro la caduta

L’acronimo PRPHT sta per “Platelet Rich Plasma Hair Therapy”. Si tratta di una tecnica medica curativa che rientra nel campo della “medicina rigenerativa” che si fonda sul principio secondo il quale le cellule staminali che è stato dimostrato essere presenti nel bulbo del capello sono dotate di recettori per i fattori di crescita.
Il concentrato di piastrine ricco di fattori di crescita viene iniettato con aghi sottilissimi nel cuoio capelluto e poi si procede ad un massaggio che ne favorisca la distribuzione.

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Alopecia fronto-parietale maschile

Seppur confondibile, l’alopecia fronto-parietale maschile è un tipo di alopecia che si differenzia dall’alopecia androgenetica maschile ed è legata probabilmente a diverse alterazioni genetiche.
Essa è dovuta a una progressiva involuzione dei follicoli e porta ad innalzamento della linea fronto-parietale del maschio. Viene anche chiamata “Linea a M” per la sua particolare conformazione.

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Perdita capelli (Telogen Defluvio)

Con il termine di Telogen Defluvium intendiamo una caduta modesta di capelli in fase telogen, non eccessiva, ma che tende ad essere spesso irreversibile, con le caratteristiche che sono proprie del capello in fase di decadimento o di involuzione. I capelli che cadono sono per lo più corti e fini, con bulbi poco sviluppati e di dimensioni ridotte.

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Capelli grassi

capelli grassi appaiono sporchi, unti, oleosi, lucidi e spesso hanno un odore sgradevole.
Spesso i soggetti che hanno capelli grassi presentano altre aree della pelle (naso, fronte, mento) molto grasse (detta cute “seborroica”).

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Capelli rovinati

Le alterazioni del fusto dei capelli comportano un deterioramento di questi con comparsa di capelli rovinati o danneggiati.
Nel capello sano la cuticola è integra, con squame adese. Il capello con presenza di punte integre appare lucido, elastico e si pettina con facilità.

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